PRIMA PARENTESI GRAFFA
"di quando venni catturato dai pirati
e pensai di non avere un futuro"
Capitolo II
Ci fu un momento nel quale caddi. La passerella ondeggiava vorticosamente e il mio pensiero non potè che andare ai ricordi più reconditi, come quella volta in cui dissi a mia madre:
"Questo giocattolo non è quello che volevo io!"
Mi pentii di quella frase, mi pentii fino a questo momento di quella frase maledetta, che inchiodò un forte dispiacere nel mio cuore. Ma fosse solo questo. Fosse solo una frase della quale mi pentirei...
Quante notti faticavo a dormire per una risposta maleducata data a mio zio. Oppure il rimorso di non aver fatto certe cose, o il rimpianto di averne fatte altre, ma sbagliate per il mio avvenire.
Insomma, quando sei di fronte alla morte, è vero che ti passa la vita davanti, ma finalmente hai la possibilità di fare i conti con te stesso. Quindi, se dovessi tirare una somma, direi che sono in ritardo di parecchi anni sulle scuse che dovrei dare ai miei cari, a chi mi ha cresciuto, a chi si è preso cura di me nonostante le delusioni che ho dato.
I miei occhi ora vedevano l'attimo, stavo cadendo verso un mare rubino già pieno di morte. I pensieri non furono altro che un fugace momento per non pensare all'ineluttabile conseguenza di quel tuffo nel vuoto.
Caddi.
Un grido sopra al pontile fece scompiglio nei miei ricordi. La stretta folgorante alla caviglia mi riportò alla realtà. Alzai lo sguardo in direzione della passerella. Un uomo robusto, quasi grasso da questa angolazione, mi teneva penzoloni a testa in giù.
"Ohi ciurma, che cazzo fate, smandrappati deficienti... che so io, questo è un bardo!"
Mi tirò su come una piuma e mi lanciò, tipo un pesce appena pescato, nel ponte centrale del galeone.
La bava dalla bocca era tutt'uno con la guazza d'acqua e sale.
Leccai per un momento. Forse era sangue. La lingua arsa si ritirò immediatamente e vomitai.
Non credo fu un bello spettacolo, ma tutt'intorno ridevano.
La testa mi doleva e lo stomaco continuò quello che il cervello non voleva nemmeno contemplare. Vomitai un liquido giallastro e mi contorsi in singulti spasmi.
Poi mi sentii sollevare, qualcosa mi caricò in spalla e mi porto via da tutto quel vociare incessante...